Parità di genere negli eventi

Sempre più aziende sostengono l’iniziativa e negano la loro partecipazione agli eventi senza una rappresentazione di genere paritaria.

Durante l’emergenza sanitaria si è tornato spesso a parlare di disparità di genere. Gli effetti della pandemia, hanno determinato un notevole peggioramento della condizione della donna e aumentato quella disparità di genere già purtroppo esistente.

Disuguaglianze che sono ben riscontrabili anche nel mondo degli eventi.

Secondo il report “Gender Diversity & Inclusion in Events Report” infatti, stilato nel 2019 da Bizzabo (startup israeliana), l’Italia è il 18esimo Paese in classifica per presenza di donne relatrici.

Da questa analisi i dati mostrano che negli eventi italiani sono composti da relatori uomini per l’82% e da donne per solo il 18%.

Allo stesso modo, possiamo vedere un netto divario di parità di genere anche nelle figure delle hostess e degli steward. Troppe poche volte agli eventi la parte dell’accoglienza o della premiazione viene affidata ad una figura maschile.

Nasce quindi l’iniziativa dell’associazione M&M (Minima Moralia, Idee per un Paese migliore) che promuove la parità di genere negli eventi.

L’Associazione riunisce una comunità di manager, economisti, diplomatici, giornalisti, dirigenti pubblici, rappresentanti del terzo settore, imprenditori e accademici, e sta lavorando attivamente a progetti di policy su aspetti economici legati alla risposta alla pandemia, a questioni di rigenerazione urbana e su temi di occupazione femminile e empowerment di genere. Ed è proprio in questo filone che ha lanciato un appello perché i soci, le imprese e le istituzioni si impegnino a garantire un’adeguata rappresentanza di genere negli eventi e nelle manifestazioni pubbliche che organizzano o a cui partecipano, qualunque sia la loro natura: programmi televisivi e radio, webinar, task force e comitati.

«Non è più accettabile – ha dichiarato Fabrizio Pagani, Presidente dell’Associazione – affidare la rappresentazione del sapere solo a uomini. L’uguaglianza di genere deve essere assicurata anche e soprattutto quando le competenze sono espresse in momenti pubblici come sui media, in eventi o convegni. Ecco perché la nostra Associazione ha deciso di lanciare questo impegno pubblico e non possiamo che essere soddisfatti di avere raccolto l’adesione di questi player. Spero che anche altre imprese ben presto aderiscano. I fatti ci insegnano che le buone intenzioni non sono sufficienti. Agire è fondamentale per avviare quel cambiamento culturale necessario per approdare a una concreta uguaglianza di genere nella rappresentazione della conoscenza e del sapere».

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